di Danilo Gigante
Mi emozionai molto la prima volta che fui invitato all’Eletronic Art Cafè . il suo infaticabile presidente Umberto Scrocca, amico del mio carissimo amico Massimo Ferrarotti di Spirale Milano ci teneva che fossi introdotto ad Achille Bonito Oliva. Appena arrivai a Piazza Farnese mi resi presto conto che il Salotto culturale nel quale stavo entrando mi avrebbe cambiato la vita; sedotto subito da immagini di donne e uomini di tutte le età accomunati dalla passione per l’arte per il bello, del confronto internazionale. Tutti viaggiatori. Tutti ascoltatori. Si perche sebbene tutti parlino… la differenza, in un gruppo, la fa chi sa ascoltare. E mi sorprese tanto come queste persone colte e spigliate fossero mute rispetto all’emotiva partecipazione di Abo, generoso nel dare indicazioni e giudizi su quell’artista, quel movimento quel gruppo di lavoro.
Da allora il tempo è passato e l’esperto di arte e grande venditore Danilo Gigante con EAC e grazie a EAC ha potuto dar vita nell’ambizioso progetto dell’International Broker Art un luogo che vive la cultura come solco nel quale fare Impresa, fare numeri, dare riscontri, certezze, muovere economie importanti per gli autori, per le professionalità coinvolte. Perché di cultura si possa vivere. Davvero. Come questo sia possibile, come trasformare movimenti culturali, critiche artistiche, moti di idee in fatti concreti occorre metodo e networking. Occorre costanza e impegno. Queste doti gli altri me le riconoscono. Cosa cerco in chi come me si candida a fare il consulente d’arte?
Tanta passione, umiltà e voglia di crescere, sempre. Questa è una professione che la può fare solo chi è curioso, chi cerca un lavoro stimolante in un ambiente internazionale per divulgare, attrarre nuovi interessi e nuove sensibilità all’arte, al bello. Cerchiamo animi nobili. Collezionisti direbbe chi vende quadri. Noi viviamo in un mercato delle idee e vendiamo idee e progetti culturali. Abbiamo da tempo superato l’idea di vendere quadri; di appagare il bisogno di cultura artistica… Un bisogno che la nostra società sempre più veloce e inconsapevole non avverte. Ma noi siamo nel mercato delle idee. E queste non conosco crisi.